Un nuovo studio suscita polemiche e preoccupazioni sulla rappresentazione dei bisessuali

Un nuovo studio rivela che la bisessualità potrebbe avere fattori genetici ed evolutivi, scatenando un dibattito etico

In un recente studio pubblicato sulla rivista Science Advances, gli scienziati hanno fatto l'interessante osservazione che la bisessualità potrebbe essere legata ad alcuni fattori genetici ed evolutivi. Lo studio, di cui sono coautori i genetisti evolutivi dell'Università del Michigan Jianzhi Zhang e Siliang Song, suggerisce che il comportamento bisessuale è associato a una propensione all'assunzione di rischi ed è geneticamente distinto dai geni che causano il comportamento omosessuale. Se da un lato questo punto di vista solleva indubbiamente alcune preoccupazioni etiche, dall'altro fornisce una nuova comprensione della diversità del comportamento sessuale umano.

Utilizzando i dati della UK Biobank - che è un enorme database di geni, con l'aiuto di 23andMe - il team di ricerca ha apportato una modifica fondamentale al proprio studio: considerare separatamente i comportamenti omosessuali e bisessuali auto-riferiti, anziché invece di metterli nella stessa categoria. Hanno scoperto che, pur essendoci una correlazione di variazioni genetiche tra comportamenti bisessuali e omosessuali, queste variazioni erano comunque diverse.

Inoltre, lo studio ha rilevato che la natura avventurosa del comportamento bisessuale è più pronunciata negli uomini che nelle donne. Inoltre, questa variazione genetica nell'assunzione di rischi sembra essere associata anche a una maggiore probabilità di avere una prole. Ciò sembra suggerire che l'essere bisessuale presenti alcuni vantaggi evolutivi.

Tuttavia, lo studio ha suscitato anche alcune critiche. Ad esempio, Robbie Weddle, sociogenetista della Purdue University, ha sottolineato che collegare la bisessualità all'adattamento evolutivo non solo non è corretto, ma potrebbe essere pericoloso. Inoltre, i risultati di questo studio si sono basati su comportamenti sessuali autodichiarati piuttosto che sull'orientamento o sull'identità sessuale, il che potrebbe portare ad alcuni pregiudizi.

Tuttavia, questo studio ci fornisce senza dubbio una nuova prospettiva sulla diversità dei comportamenti sessuali e sfida le nostre percezioni tradizionali dell'orientamento sessuale. Come dice Cheung, non hanno un giudizio morale sul comportamento di rischio e ritengono che abbia sia vantaggi che svantaggi. La loro ricerca si basa su una prospettiva biologica e mira a comprendere meglio la diversità del comportamento umano.

Infine, questo studio ci ricorda che i progressi scientifici sono talvolta controversi, ma ciò fa parte dello sforzo scientifico. Studiando questi argomenti delicati, possiamo non solo ampliare la nostra comprensione del comportamento umano, ma anche promuovere l'accettazione e il rispetto della diversità sessuale.

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